Ci provo,
a momenti guardo al cielo
nella ricerca d’un segno,
l’avvento che possa raccogliermi,
farmi proprio.
Ci provo
ed è un attimo,
la sua profondità non mi tocca,
non gioisco della sua smisurata bellezza.
Mi è impalpabile, non mi appartiene.
Forse un giorno,
come vogliono i santi, ne volerò,
ora i miei piedi si muovono sul selciato.
È qui che vedo vivere e morire,
su questa strada, inutilmente vagabondo,
vivo e muoio per i miei passi.
Non so niente del nulla,
non so nulla di inferno,
niente di pianure incantate.
Le mie scarpe alzano polvere,
le mie gambe soffrono salite e
le discese anche,
una penitenza tutta terrena.
Conosco il mio dolore e non lo so descrivere.
La sofferenza è umana,
tutta solo interiore,
un cielo non la può carpire.
È brillìo d’azzurro un cielo gentile
per gli animi sereni, luminoso
a tal punto da vederne in bagliori.
Un cielo carezzevole, così ampio e
senza macchia,
aggrazia quei cuori di vita gioiosi.
Pesante di colore,
inane d’orizzonti e d’appigli
per lo sguardo verecondo,
al pensiero vi s’apre già muto,
affannato dissolto, irrito
in un inutile svanire senza traccia.
Umiliante naufragarvi
nell’impotenza di trafiggerlo
di veemenze e rancore.
Ci provo
ed è un attimo,
la sua profondità non mi tocca,
non gioisco della sua smisurata fierezza.
Ora è il momento delle nubi
Queste nubi così pesanti,
pesanti anche nel colore
tetre nel loro muovere silente,
non mi spiego come possano fare
alte
non mi spiego come possano resistere
ferme
non mi spiego come possano nutrirsi
e persistere, fuori ogni ragione,
e raccogliere dolore, senza alcun ritegno,
e guadagnare la calma dell’aria, fuor di resistenze.
Spugne del presente,
avanti un futuro da raccogliere,
dietro una pulizia che annulla.
Potessi raggiungerle, intingerei le mani
nel pianto di madre Terra,
innumerevoli inumane lacrime,
non le mie, rese pietra,
rase in grani, sul selciato disseminate.
Luca
Quando delle parole , dei versi ti entrano dentro è difficile – a meno che non si sia un critico – andare oltre le sensazioni che ti danno e goderne.
Shera
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Grazie di cuore, Shara. Emoziona venire a sapere d’aver in qualche modo toccato con sensazioni non trascurabili.
Grazie ancora.
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Bellissimo il chiasmo nell’ultimo verso. E lo stesso vale per tutto il resto della poesia, ovviamente. 🙂
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Mi fa piacere tu abbia apprezzato non solo il verso finale ma il componimento nel complesso.
Grazie 😊
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Grazie a te per la risposta! Colgo l’occasione per dirti che ho pubblicato un nuovo post, molto ironico e autoironico… spero che ti strappi qualche sorriso! 🙂
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Un sorriso strappato vale un tesoro, lo leggerò senz’altro. 😊
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Assolutamente splendida. Complimenti di vero cuore Luca. Isabella
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